NOTE PERSONALI
Molfetta è una città di circa 60.000 abitanti, e che, negli ultimi anni, è riuscita a dare una buona immagine di sè, dando vita a molti progetti, come la realizzazione dell'area commerciale (situata a nord del paese) e di un parco di divertimenti, Miragica.
Dunque, Molfetta, al contrario di molte altre città del Sud, è riuscita ad organizzarsi veramente molto bene, facendo nascere una zona nuova, senza trascurare quella più antica. Ed è proprio qui che troviamo le due Chiese che, nel periodo quaresimale, sono più frequentate: quella del Purgatorio, e quella di Santo Stefano, nelle quali hanno sede le due Arciconfraternite che hanno il compito di organizzare le tre Processioni della Settimana Santa.
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LA PROCESSIONE DELLA CROCE


Nella mezzanotte tra il Martedì Grasso e il Mercoledì delle Ceneri si svolge la Processione della Croce, organizzata dalla Arciconfraternita della Morte.
Dopo l'uscita dalla Chiesa del Purgatorio (precisamente al 33° rintocco dal Duomo Nuovo), la Processione, anticipata da un quartetto musicale che esegue una musica orientaleggiante e degli squilli di tromba, meglio noti come il titè) si incammina verso una Cappella, chiamata "Il Calvario". Giunti qui, il Padre Spirituale legge un'omelia ed impartisce la Benedizione. Dopodichè, il corteo si ritira: la Quaresima è giunta.

LA PROCESSIONE DELLA ADDOLORATA

Sono passate ormai cinque settimane dalla Processione della Croce. Mancano due giorni alla Domenica delle Palme: è il Venerdì di Passione.
Alle 15.30 iniziano ad uscire lentamente dalla Chiesa del Purgatorio le insegne Processionali, le consorelle dell'Associazione "Figlie di Maria SS.Addolorata" ed i confratelli dell'Arcisodalizio della Morte. È già passata mezz'ora: il badacchino, già disposto sul Sagrato, viene alzato. Alle note della marcia funebre "Lo Sventurato" compare la statua della Addolorata, portata in spalla da quattro confrati, con il cappuccio (che qui viene chiamato "muccio") calato sul volto.
Un lento dondolìo evidenzia il dolore della Vergine, raffigurata con un vestito nero, che abbraccia una croce, alla quale è appeso un sudario piegato a forma di "M".
La Processione si snoda quindi per le vie della città vecchia, tra le verdi persiane dei palazzi popolari e le lacrime di commozione dei presenti, per poi ritirarsi infine verso le 22.00.

LA PROCESSIONE DEI CINQUE MISTERI

Questa Processione, al contrario delle altre, è organizzata dalla Arciconfraternita di Santo Stefano, con uscita dalla Chiesa omonima, verso le 03.30 del primissimo mattino, al suono della struggente marcia funebre "U conzasiegge".
A sfilare lentamente per le vie del centro storico sono delle statue lignee, chiamate "Misteri" (l'Orazione nell'Orto, la Flagellazione, l'Ecce Homo, la Salita al Calvario ed il Cristo Morto) di pregevole fattura. Risalgono al Cinquecento e sono di scuola veneziana, eccezion fatta dell'Orazione all'Orto che è stata rifatta nell'Ottocento, da uno scultore napoletano, prendendo spunto dall'originale, ormai distrutta dal tarlo.
I Misteri si ritireranno solo dieci ore più tardi, quando il sole sarà ormai alto nel cielo.

LA PROCESSIONE DELLA PIETÀ


Il rito conclusivo della Settimana Santa molfettese è la Processione della Pietà. Come quella della Croce e della Addolorata, è organizzata dalla Arciconfraternita della Morte ed esce dalla Chiesa del Purgatorio. Si snoda per il seguente itinerario:

  • Chiesa del Purgatorio;
  • Corso Dante;
  • Via S. Angelo;
  • Via Sigismondo;
  • Via D. Picca;
  • Via Annunziata;
  • Piazza Paradiso;
  • Via Immacolata;
  • Via D. Manin;
  • Via Roma;
  • Piazza M. di Savoia;
  • Corso M. di Savoia;
  • Piazza V. Emanuele;
  • Via S. Pansini;
  • Via Ten. Ragno;
  • Via S. Rocco;
  • Via S. Domenico;
  • Corso Dante;
  • Chiesa del Purgatorio

LE STATUE

Nell'elenco che segue sono riportati i nomi delle statue del Sabato Santo (cliccando sui quali si potranno visualizzare le fotografie), e i nomi delle Congreghe cui spetta portarle in spalla.

Come la Addolorata, queste statue sono state lavorate in cartapesta dallo scultore locale Giulio Cozzoli, nella prima metà del novecento, (eccezion fatta della Madonna della Pietà che è in legno, ad opera di anonimo settecentesco) e recentemente restaurate, quindi riportate al loro originario splendore, su lodevole iniziativa dell'ex-priore, il dott.Franco Stanzione.